VISTI AL SUPERDESIGN SHOW. TANTI MODI PER DIRE ARTE

L’arte è tante cose, non è definibile, non risponde alle categorie di giusto o sbagliato, è espressione individuale e chiunque può leggervi il proprio mondo. Una carrellata degli esempi più iconici di questa edizione mette in luce le sue tante forme e la tendenza, forse la più evidente, a divenire installazione. 

Sono i colorati puppets in tessuto dell’indonesiana Icad, le miniature ceramiche di daamstudio, che ribaltano la tradizione delle bamboline in porcellana creando figure femminili forti, quasi guerriere; i cocci di varie tradizioni, rotti e poi uniti in nuove e inaspettate forme, la trama geometrica dei vasi in terracotta di antica sapienza e tradizione di Laboratorio San Rocco. Ma è anche il gusto che porta a personalizzare il proprio elettrodomestico, con una grafica del collettivo Toiletpaper, ad esempio, o a comporre un arredo in modo originale, dai cubi colorati di Paul Kelley. Sempre più l’arte diventa installazione, dinamica, coinvolgente, fatta di luci e scenografie sorprendenti, da fotografare e vivere. Ma è anche nell’occhio di chi guarda: la silhouette suggestiva di una lampada emerge da giochi di luce e di ombre, un’isola acustica, sperimentazione di ingegneria avanzata dove ripararsi per fare una telefonata lontano dai rumori, si trasforma in una scala di grattacieli illuminati, e ricorda lo skyline di New York.