

Hope interpreta il tema della felicità attraverso un’installazione immersiva, un percorso che accompagna il visitatore attraverso tre ambienti e tre stati d’animo. Poiché senza tristezza non esiste gioia, senza dolore non si può concepire il piacere, senza paura non si può ammirare il coraggio, senza il dubbio non si hanno certezze e senza aver sperimentato la solitudine non si apprezza il valore della compagnia, anche in questo allestimento non c’è luce senza ombra.
Il primo ambiente, Room of Shadow, è immerso nel buio e nel caos. È un luogo ostile, nebuloso, fatto di superfici ruvide, forme spigolose, frammenti dispersi al suolo come fossero macerie, figure piegate e accartocciate su sé stesse. Solo dopo alcuni passi si intravede uno spiraglio di luce che fende la roccia: un passaggio, una via di uscita, una speranza: nella Room of Hope, il visitatore è immerso in un ambiente luminoso, ordinato, composto da forme gentili e accoglienti, materiali chiari e superfici lisce. È lo spazio della riflessione, dello scambio e del dialogo. È la stanza della condivisione, dell’ascolto e della reciproca comprensione. Solo una volta arrivati in fondo a quest’ambiente si raggiunge l’ultimo stadio, il Corridor of Bloom, un percorso lineare caratterizzato da un’esplosione di colore e di vita, che circondano il visitatore da ogni parte. Una passerella di pietra che pare non finire mai, coperta da una volta di fiori accompagna il visitatore verso l’uscita.
Hope interpreta il tema della felicità attraverso un’installazione immersiva, un percorso che accompagna il visitatore attraverso tre ambienti e tre stati d’animo. Poiché senza tristezza non esiste gioia, senza dolore non si può concepire il piacere, senza paura non si può ammirare il coraggio, senza il dubbio non si hanno certezze e senza aver sperimentato la solitudine non si apprezza il valore della compagnia, anche in questo allestimento non c’è luce senza ombra.
Il primo ambiente, Room of Shadow, è immerso nel buio e nel caos. È un luogo ostile, nebuloso, fatto di superfici ruvide, forme spigolose, frammenti dispersi al suolo come fossero macerie, figure piegate e accartocciate su sé stesse. Solo dopo alcuni passi si intravede uno spiraglio di luce che fende la roccia: un passaggio, una via di uscita, una speranza: nella Room of Hope, il visitatore è immerso in un ambiente luminoso, ordinato, composto da forme gentili e accoglienti, materiali chiari e superfici lisce. È lo spazio della riflessione, dello scambio e del dialogo. È la stanza della condivisione, dell’ascolto e della reciproca comprensione. Solo una volta arrivati in fondo a quest’ambiente si raggiunge l’ultimo stadio, il Corridor of Bloom, un percorso lineare caratterizzato da un’esplosione di colore e di vita, che circondano il visitatore da ogni parte. Una passerella di pietra che pare non finire mai, coperta da una volta di fiori accompagna il visitatore verso l’uscita.
Drawstudio
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